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Redazione

Giu 08, 2012

Tutti per uno, uno per tutti!

Una premessa fondamentale della vita sociale è che molte teste funzionano meglio di una sola, ma non sempre riusciamo a persuadercene. Spesso ci esaltiamo all’idea di una competizione e sottovalutiamo il valore della cooperazione perché siamo gelosi del nostro sapere, del nostro valore, del buon risultato di un’azione, risultato che non vogliamo dividere con altri.

Vogliamo emergere individualmente. Eppure, nel lavoro aziendale, conta l’obiettivo da raggiungere più della bravura del singolo, ogni dirigente ha bisogno di una buona squadra per produrre risultati.

Ogni lavoratore ha bisogno di allearsi con i  suoi colleghi per migliorare in efficienza e creatività e sentirsi soddisfatto e fare squadra, in qualsiasi attività e situazione, significa entrare a far parte di un gruppo coeso e, nei gruppi, le persone interagiscono e si influenzano reciprocamente. Succede anche nella via di tutti i giorni. E cosa c’è di meglio che immergersi nella natura, e capire che il famoso motto dei 3 moschettieri “Tutti per uno, uno per tutti”, non è solo una fantasia da cartoni animati, ma una realtà vera?

Proprio su queste basi si fonda una nota attività: l’outdoor training.

Essa si caratterizza per il fatto di utilizzare lo scenario della natura per ricreare le condizioni che nel corso dei secoli hanno portato l’uomo ad evolversi sviluppando comportamenti efficaci nella relazione con i propri simili e nei riguardi dei problemi quotidiani. L’allenamento all’aperto è un metodo di apprendimento veloce che permette a colleghi appartenenti allo stesso gruppo di lavoro di sviluppare le attitudini personali necessarie per lavorare insieme.

Infatti, ogni singolo individuo è coinvolto in ambienti e situazioni diverse da quelle quotidiane, ed è costretto a fronteggiare in gruppo una serie di attività che lo costringono ad agire fuori dai normali schemi mentali e comportamentali. Le sfide che vengono presentate sono analizzate per determinare il miglior modo nell’affrontarle e superarle ma sempre come gruppo, mai singolarmente. In questo modo il team è costretto ad analizzare le debolezze del singolo che si ripercuotono sul successo della squadra, e impara a risolverle, facendo così risaltare i punti di forza di tutti in un contesto privo di condizionamenti e pressioni tipiche del mondo lavorativo ordinario.

Perché un gruppo affiatato crea consensi e trova appoggi anche al di fuori del proprio nucleo?

Perché i suoi partecipanti sono convinti di dare il meglio di sé e perché desiderano essere accettati e approvati gli uni dagli altri, ovvero dal loro stesso gruppo. Ciò li fa sentire degni di stima e li stimola ad agire sempre al meglio. Ovviamente non sempre si concorda su tutto.

In questi casi ci si rivolge a una persona di riferimento: il leader che ha creato la squadra o un compagno scelto dallo stesso gruppo e che darà i suggerimenti adeguati a risolvere la controversia.

Il lavoro di squadra incoraggia la cooperazione al servizio degli obiettivi che ci si è prefissati, anziché la competizione fra gli individui. Qualunque sia la nostra identità, che si sia capi o esecutori, allenatori o giocatori, docenti o allievi, se sapremo “fare squadra” ci trasformeremo non solo in un gruppo vincente, ma in persone più motivate, meno ansiose, più coraggiose nell’esprimere i nostri pensieri, più umili nell’accogliere opinioni contrastanti con le nostre.

Quante cose si imparano nel saper fare squadra! Si impara il valore del “gruppo”, della responsabilità e dell’etica. Si impara a sostenere le proprie tesi e, anche, ad accettare che vengano messe in discussione, senza conflitti. Si impara a non gloriarsi per un successo personale, ma a dividerlo con il gruppo con l’atteggiamento di portare sempre e costantemente la propria esperienza con il sentimento di chi vuole accrescere la forza lavoro dell’intera squadra.

Il lavoro di squadra nasce quando ci si concentra sul “noi” anziché sull’ “io”. Quando invece si esegue senza pensare, senza chiederci il perché di un’azione, senza porci il problema di come fare al meglio qualsiasi cosa, anche la più umile, ansia e insoddisfazione sono la conseguenza.

Chi compone una squadra non permette ad altri di pensare per lui, ma contribuisce con i suoi valori, uniti a quelli dei compagni, al successo dell’iniziativa. Aggiunge valore al lavoro di tutti.

Così il lavoro diventa fonte di motivazione, creatività e soddisfazione, anche di felicità. Si diventa più sicuri di sé, più tolleranti verso le diversità, più forti e più produttivi, non solo nel lavoro, ma in ogni altro aspetto della vita.

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